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In questo secondo post, sempre scritto da Francesca, raccontiamo quel che può succedere quando nostro figlio cade e batte la testa: evento piuttosto frequente, in quanto i bimbi tendono a cadere spesso. Per distrazione di chi li sorveglia – a volte basta girarsi un secondo uno – altre perché la natura non li dota di grandi capacità nei primissimi anni di vita. Capita più o meno a tutte le mamme, se la botta non è molto forte si può applicare del ghiaccio sulla zona colpita, in caso di urto violento la prima regola fondamentale è non farsi prendere dal panico.

Francesca, come ho anticipato ieri, ci racconta la sua personale esperienza di suo figlio caduto dallo scivolo; qui trovate la mia esperienza con Principe quando ha perso i sensi.


BATTERE LA TESTA

Mio figlio ha 2 anni e mezzo, siamo al parco. Si arrampica su uno scivolo con la scala a pioli, ma arrivato in cima, a quasi 2 metri di altezza, perde la presa e cade al suolo. Inizia a piangere, ma come lo prendo in braccio rovescia gli occhi all’indietro, rallenta la respirazione che diventa a singulti diradati e ha un attacco convulsivo.

L’amica che è con me chiama il 118 mentre io tengo mio figlio tra le braccia stando seduta per terra, senza scuoterlo, continuando a ripetere il suo nome a bassa voce, cantilenando che sono la mamma, che lo aspetto, che sono con lui, di tornare indietro. Dopo una quarantina di secondi, che a me sembrano ore, le convulsioni cessano, gli occhi tornano normali e riprende a respirare in modo normale, controllo subito i segni neurologici basilari:

– reattività e simmetria delle pupille

-orientamento spazio-temporale chiedendogli chi sono io, come si chiama, dove siamo

Inoltre verifico che:

– non perda sangue da naso, bocca o orecchie

– riesca a seguire il mio dito con lo sguardo

– riesca a stringere le mani.

Piange disperatamente per il dolore alla testa e, nella mezz’ora che l’ambulanza ci mette ad arrivare, lo tengo sempre fermo stretto a me guardandolo e cantilenando a bassa voce in modo da tranquillizzarlo. All’arrivo, gli operatori gli fanno le solite verifiche neurologiche poi ci trasferiscono in ospedale, dove controllano le urine per verificare la presenza di sangue. Dal momento che gli esami neurologici sono normali, come pure le urine, che ha smesso di piangere ed è di nuovo vivace, ci dimettono con la precauzione di dormire con lui e tornare in ospedale se vomita, lamenta nausea, ha di nuovo convulsioni: le tac a bambini così piccoli vengono fatte solo se ci sono sospetti di lesioni, perché bisogna sedarli.

Cosa fare, o meglio cosa NON FARE se il bambino picchia la testa? Posto che ogni genitori nella sua vita ha vissuto almeno una volta lo choc di vedere il proprio figlio piccolo cadere da seggiolone/culla/scale/letto, non serve perdere il controllo e correre al pronto soccorso: il PS va usato solo in situazioni di emergenza, non come appendice dell’ambulatorio pediatrico o come valium per i genitori. Lasciamo posto a chi davvero ha bisogno.

Si va al PS in uno di questi casi:

– il bambino sviene

– vomita

– ha le pupille asimmetriche o che non reagiscono alla luce (restano fisse della stessa dimensione anche puntando una luce nell’occhio)

– è in stato confusionale

– si addormenta fuori dall’orario abituale o è letargico

– perde sangue da bocca, orecchie, naso (verificare che il sangue della bocca non sia dovuto a una lesione fatta sulle mucose o sul labbro, o che quello del naso non sia dovuto al colpo diretto che ha rotto i capillari).

Se non è successo nulla di ciò, state tranquilli e rimanete a casa, controllando il bambino nelle successive 48 ore nel caso presenti uno dei sintomi a scoppio ritardato.

Cosa NON FARE se il bambino sviene:

  • Non scuoterlo.
  • Non prenderlo a schiaffi.
  • Non buttargli acqua in faccia.
  • Non urlargli nelle orecchie.

Cosa fare. Chiamare il 118, assicurarsi che il bambino respiri e che semplicemente abbia perso i sensi, quindi mettere il bambino nella posizione laterale di sicurezza (chiamata anche PLS) aspettando l’arrivo dei soccorsi o al momento che rinviene. La PLS va attuata solo se si ha la certezza che non ci siano traumi alla colonna, quindi se il bambino semplicemente sviene, o cade senza battere le schiena, si può fare. Se cade malamente da grandi altezza o picchiando la schiena, o viene investito, non bisogna muoverlo. La PLS consiste nel posizionare su un fianco la persona, con gambe e braccia che seguono una posizione precisa. Per capire meglio, a questo link, è spiegata a parole e con un’immagine.


Voi sapete che cosa fare in casi di emergenza? Riuscite a non farvi prendere dal panico?

 

A presto, momfrancesca – Francesca.