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Samantha Cristoforetti Aspetta Un Figlio

07 mercoledì Set 2016

Posted by Francesca in Riflettendo

≈ 2 commenti

Tag

@Astrosamantha, Auguri, Cristoforetti Aspetta un Figlio, Gravidanza, Gravidanza di AstroSam, Italia mamme e lavoro, Samantha Cristoforetti, Samantha Cristoforetti Incinta

samantha-cristoforetti-incinta-primo-figlio

Il sorriso di AstroSam – Foto Ansa

La notizia della dolce attesa di Samantha Cristoforetti è rimbalzata sulle testate nella giornata di ieri, ma io lo sapevo già da qualche giorno, quando mi ha telefonato per dirmelo non ci credevo. 

Magari!

Quanto mi piacerebbe averla come amica, quella grande donna, che ha fatto del suo sogno una tangibile realtà. Da piccolina voleva fare l’astronauta, tac, fatto. Vorrebbe andare sulla Luna, spero tanto ci riesca. 

Si è presentata al Forum Ambrosetti di Cernobbio con un accenno di pancia e una lunga sciarpa per cercare di nascondere la dolce rotondità, ma in un’intervista a Chi, ha dichiarato di aspettare un figlio.

Sapere che anche lei, grande donna che è stata duecento giorni nello spazio, sta vivendo un’esperienza come quella che ho potuto vivere io due volte mi fa sentire più vicina a lei, mi manca andare nello spazio e poi è fatta, sarò come lei. Sì certo, come no. Avevo parlato di lei in un post che mi è sempre stato particolarmente a cuore, dove raccontavo i momenti precedenti la sua missione nello spazio.

Sono sempre stata molto affezionata alla sua persona, ritengo che sia una donna di grande cervello, e questo mi affascina moltissimo; la trovo carina e graziosa anche se porta un taglio di capelli corto; nonostante faccia un lavoro che sembra per lo più maschile, riesce a cucirselo addosso che sembra nata per fare quello. Ha tante competenze, conosce moltissimo e quando spiega o racconta diventa un piacere ascoltarla, perché ti appassiona. Mi piacerebbe avere anche solo un quarto delle sue skills, che la rendono capace di farti sembrare facile anche il concetto più difficile. Ho sempre adorato il suo sorriso, precisamente non so perché ma quando la guardavo sorridere prima della partenza che l’ha portata nello spazio e anche dopo, mi rasserenava, dava felicità anche solo guardandola.

Ieri Amoremio mi ha portato uno speciale di un quotidiano con alcune pagine di un’intervista fatta ad AstroSam, dove un giornalista l’ha intervistata vis-à-vis. <<Lo conosci?>> ho chiesto, e lui dopo aver letto il nome mi ha risposto che conosce sì il giornalista, e gli ha subito telefonato per chiedergli qualche dettaglio sul come sia riuscito ad intervistarla. Io, contentissima, perché conosco una persona che conosce una persona che ha incontrato Samantha, mi sento più vicina a lei. Da qui a girare insieme con i figli, il passo è breve.

Ovviamente scherzo di nuovo. E torno a ripetere: magari, potessi fare la sua conoscenza. Ora come ora la metto tra le prime persone famose che vorrei conoscere. Non sono molte, e la maggior parte sono sportivi o gente ormai deceduta.

Quando anche lei, mi auguro il più tardi possibile, passerà a miglior vita verrà ricordata sui libri della storia. Prima donna italiana nello spazio, record europeo di permanenza consecutiva nello spazio, e poi scusate eppure mi preme sempre quel dato, quando ai test fu selezionata fra più di ottomilacinquecento persone, e ancora una lunga lista. Qui da noi invece, ai Festival, c’è ancora gente che probabilmente ha più scarpe che cervello, ragazzette che nonostante siano belle, riescono a far parlare di sé solo per cose più in basso del cervello. Ecco, non vorrei mai fare un paragone, mi sembra un insulto nei confronti della mia stimatissima Samantha, però è giusto farlo così, per farsi un’idea. Lei verrà ricordata per le sue imprese spaziali, una certa Giulia Nonloso verrà ricordata per la xxx praticamente esposta, addirittura senza essere rasata con cura. A parte la volgarità dell’abito, anche lo schifo dei dettagli. Ho detto tutto.

Sono felice per Samantha perché, anche se in queste ore si parla solo di ciò che contiene il suo grembo, si è presa quello che voleva dalla vita. Non si è fermata davanti a niente e nessuno, immagino abbia avuto le sue difficoltà, ma insomma, avrà tirato fuori le unghie e lottato per i suoi sogni affinché si realizzassero. Noi viviamo in Italia, lei cambia posti durante l’anno in base a quel che deve fare, per fortuna. Se dovesse rimanere sempre in Italia, dove lo stereotipo della mammina dolce e premurosa a casa a fare la calzetta è così ben presente – tanto da far indire una campagna orrenda e opinabile al ministro Lorenzin, che sembrava voler rimettere la donna a casa e l’uomo al lavoro – ecco, se dovesse restare magari succederebbe questo: sei in gravidanza per cui già ti guardano come un’appestata, sicuramente non potrai fare quello che facevi prima quindi ti toglieranno mansioni, figuriamoci dopo il parto, quando avrai diritto a del tempo da passare con tuo figlio, quel periodo unico che non tornerà mai più nella vita, uff c’è la maternità, poi il figlio cresce e la mamma rientra al lavoro, ma poi si ammala, gli viene la febbre di notte, deve accudirlo, insomma ridatemi un astronauta uomo ché tanto è risaputo che ai figli ci badano le mamme. Questo un po’ quel che succede se lavori in un’azienda in Italia. Per fortuna questo, a Samantha, non succederà. Credo inoltre che, se qualora volesse ritirarsi dalla sua carriera per fare la mamma, sarebbe solo ed unicamente una sua scelta, spinta da volontà propria, e non perché ha firmato una lettera in bianco o perché subisce mobbing da parte del capo. In qualità di persona che la conosce per due persone interposte, mi sento di dire che avrà grandi gioie dalla maternità ma continuerà ad inseguire i suoi sogni.

“Ehi Sam, quando hai bisogno di qualche consiglio per l’argomento mamma-bambini, chiedi pure. Ricordati di mettere il like alla mia pagina Facebook e seguire il mio blog.” 

Magari!

“Dimenticavo… Tanti auguri Samantha. Sarai una Mamma Spaziale.”

A presto, Francesca

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Grande, Grandissima Donna. Nello Spazio.

27 giovedì Nov 2014

Posted by Francesca in Succede nel mondo

≈ 12 commenti

Tag

@Astrosamantha, ESA, ISS, missione ISS 42/43, Prima donna italiana nello spazio, Samantha Cristoforetti, Stazione Spaziale Internazionale

KAZAKHSTAN-RUSSIA-US-ITALY-ISS-SPACEL’ho scoperto solo una settimana prima, che vergogna. Io guardo i tg di sfuggita, la televisione pochissimo, questa mi era proprio sfuggita. Però il mio ritardo non mi ha dissuasa dal farmi prendere da un’enorme curiosità e voglia di sognare. Persino di avere la pelle d’oca dall’emozione.
Samantha Cristoforetti: dicendo il suo nome saprete tutti chi è e dove si trova in questo momento, quale viaggio ha affrontato domenica sera, datato 23 Novembre. Ne avevo sentito parlare perché, zappingando, ero finita su rai tre e da Fazio c’era un collegamento e parlavano proprio di questo lancio, di una donna, dello spazio, e ho sentito il suo nome. Ho iniziato a seguire il suo account Twitter, ho messo like alla pagina Facebook, ho letto cos’è la ISS, mi sono informata sulla navicella Soyuz e ho letto le differenze con l’ormai defunto collega americano, lo Shuttle. Ho guardato su Youtube vari video. Il sabato sera precedente il lancio ho seguito lo speciale su rai tre, che mi ha fatto “conoscere” questa ragazza. È nata nel 1977, quindi ha 37 anni – dieci più di me – ho visto che preparazione ha dovuto affrontare, sa parlare inglese, russo, tedesco e francese, è uno dei sei astronauti ESA classe 2009 selezionata fra più di ottomilacinquecento candidati. Ottomilacinquecento. Si apprestava ad andare nello spazio. Affascinante.

Mi sono immaginata tutto quanto, ho cercato di immedesimarmi in lei, la prima donna italiana ad andare nello spazio. Niente, la pelle d’oca continua, persino a scriverne. Ci metto pure un po’ di ignoranza, perché non ne sapevo molto. Sì, ok, avevo visto Luca Parmitano partire, poi tornare.. Ma i tg non ne danno grande importanza, sinceramente non ne ero rimasta così affascinata come questa volta. Pensare all’emozione che ti viene quando sai che il giorno seguente andrai nello spazio, io non riuscirei a dormire. Pensare che stai facendo l’ultima cena sulla Terra, e da domani mangerai alimenti strani e avrai poco senso del gusto perché sarai in orbita, io avrei lo stomaco chiuso. Alzarsi prestissimo, per farsi vestire con la tuta spaziale, dopo essersi fatta visitare ed igienizzare. Fare la firma sulla porta della camera dove hai dormito,come hanno fatto i tuoi predecessori, e poi salutare tutti, prendere quel pullmino grigio metallizzato che ha l’aria un po’ malandata ma, se ci pensi, è lì dal 1961 e fa sempre lo stesso servizio. Fai alcuni riti scaramantici che si fanno in quel cosmodromo, da dove partì Jurij Gagarin, ormai 53 anni fa. Salire sulla Soyuz, la navicella spaziale, che sembra un oggetto da film, da trovare solo nella letteratura, ed invece è reale, ci stai entrando. Io a questo punto sarei già morta di crepacuore per l’emozione, ma lei no. Quindi si va avanti, sdraiarsi in quella posizione fetale un po’ scomoda, e fare un check di tutto quanto. Passare due ore lì dentro, insieme ad altri due uomini, nelle tue stesse condizioni, con la consapevolezza che ormai è fatta, non si torna più indietro. Forse, fare un pensiero al 1986, anno in cui a dei colleghi sullo Shuttle è toccato un destino diverso, e un brivido lungo la schiena corre giù.
Essere in mondovisione, osservata da milioni di persone, mentre parte il countdown. “Two minutes to launch”, dice la voce.
Oh mamma che emozione – mia – e poi, “three seconds to launch”. I potenti motori che si accendono, e via, verso l’infinito e oltre, come direbbe Buzz di Toy Story. Volando ad una velocità impressionante, nientemenenoche 27000km/h, in otto minuti e quarantotto secondi si è in orbita. Otto minuti. Io in otto minuti cosa riesco a fare? La doccia. Leggere qualche pagina di un libro. Arrivare a piedi all’asilo. È il tempo necessario per avere, quasi, la cottura della pasta. Niente, loro, con nonchalance, in otto minuti abbondanti vanno in orbita. Incredibile. Fantastico.
Con loro Olaf, il pupazzo di neve di Frozen. Infatti ogni spedizione ha un pupazzino o un oggetto appeso come segnalatore di gravità. Ecco, al momento che i motori si sono spenti, Olaf ha fluttuato, la pelle d’oca è diventata altissima. “Wow, sono in assenza di gravità” ho pensato, mentre guardavo la faccia di Samantha e la sua espressione mista tra gioia ed incredulità.

Che bel sorriso che ha sempre, nonostante i capelli corti che potrebbero farla sembrare un maschio, è così femminile, anche dentro quello scafandro enorme. Insomma, sì, sono orgogliosa che una donna, italiana, sia lassù a spiarci, a fare lavori ed esperimenti all’avanguardia. Essere scelte tra più di ottomila candidati e pure essere una donna -con tutti i problemi di genere che esistono- non è mica pizza e fichi. Così cerco di passare il messaggio a mia figlia: credere ai propri sogni fino in fondo, lottare duramente affinché si realizzino, fare sforzi e sacrifici, provare fatica fisica e mentale, fare rinunce, combattere contro chi ti guarda pieno di pregiudizi, studiare, e sorridere. Lei mi ha colpita molto per la sua semplicità ed il suo sorriso. Cavoli, stai andando nello spazio, eppure sei lì sorridente, tranquilla, emozionata ma non troppo. Grande Donna di attributi. Non sono una persona che si emoziona facilmente, ma lei ci è riuscita, e continua a farlo quando scrive il suo diario, quando posta le foto sui profili social, mi fa sentire lassù.

Mi piacerebbe che mia figlia andasse nello spazio? Sì, ho sognato anche quello, mi piacerebbe molto! Ho visto alla tv la telefonata tra Samantha e la sua mamma, poco dopo essere entrata nei moduli della ISS, e vedere la sua espressione mentre le racconta sue prime emozioni, be, che ve lo dico a fare? Mi sono emozionata di nuovo. Penso a quella donna, mamma, che ha portato nove mesi in grembo la sua piccina, e ora è così lontana, così in alto, immagino quanto lei possa essere fiera ed orgogliosa.

*Oggi ho letto questo post, dell’Ominouova Cri, leggetelo perché è scritto molto bene, non solo sulla Cristoforetti, ma sull’essere felice, in generale. Ho trovato anche un altro post, navigando in rete, che evidenzia un pensiero che ho fatto anche io ma non sono stata in grado di esprimere: ecco, lo trovate qui.*

E voi, cosa ne pensate di @Astrosamantha?

A presto, momfrancesca.

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