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Come si misura la felicità, quella di un bambino?
Un giorno della settimana scorsa ero in salotto, ho visto dalla mia finestra una famigliola camminare per strada, fuori dal mio giardino, erano dei turisti. Una coppia davvero giovane, con una neonata in braccio e due bambini. Il più grande dei due seguiva il padre, ma non stava camminando, bensì saltellava allegro. Avrà avuto 8 anni, anno più anno meno, e in quel momento ho pensato “guarda quel bambino, è proprio felice!”.
Subito dopo mi sono posta la domanda, che credo ogni mamma si ponga: “Ma i miei figli sono felici? In particolare, la mia Principessa, è felice?” e sempre vedendo allontanarsi quel bel quadretto che era la famiglia di turisti mi sono detta che, forse, mia figlia non lo è. Non è felice, o per lo meno non abbastanza, non in profondità, nell’anima, perché lei non se ne va in giro saltellando. Pensandoci bene, cammina talvolta controvoglia, magari un po’ di corsa perché siamo in ritardo, oppure perché dobbiamo andare in più posti e il tempo è sempre quello che è, soprattutto nei pomeriggi dopo l’asilo. Ma non saltella.
Ecco che esce la paranoica che è in me, e che forse si insinua un po’ in tutte le mamme che hanno a cuore i loro figli “non sto facendo abbastanza per mia figlia, lei non è felice” ho decretato. Ma sulla base di che cosa? Come posso io, anche se è stata nel mio grembo per nove mesi, anche se l’ho fatta nascere, allattata, accudita, e posso dire di conoscerla meglio di chiunque altro, come posso decidere se è felice o meno? No, non ne ho le capacità, non è proprio umanamente possibile stabilire se un’altra persona sia felice o stia solo indossando una maschera, anche se la conosciamo da molti anni, in profondità.
Poi ho avuto una risposta, più che una risposta è stato un memo per me: ricordati che lei è tua figlia, non è te; siete due persone diverse.
Lunedì, due giorni fa, le ho fatto saltare l’asilo, che come sapete non gode assolutamente della mia stima, né credo stia dando alcun tipo di formazione sociale e scolastica a mia figlia, e siamo andati a spasso. Ci siamo spostati in un’altra città che a me piace molto, vi ho lavorato quando avevo 16 anni, o forse 17, non ricordo, per un anno. Ci sono molti negozi, due grandi magazzini che adoro, e nel periodo di dicembre delle splendide decorazioni natalizie. Io ormai non ci faccio più caso, ma ritengo sia molto importante regalare ai bambini la magia del Natale, delle vetrine addobbate, delle decorazioni, le luminarie, gli alberi alti alti nelle piazze. Questo lo dico a ragion veduta: i miei genitori, quando ero una bambina, non erano così preoccupati per ogni mio respiro, mi hanno cresciuta dandomi da mangiare e garantendomi l’istruzione, poi ad intrattenermi ci dovevo pensare io. Proprio per questo ricordo rari episodi di giri spensierati, senza guardare l’orologio, dove si passava il tempo in base alle mie esigenze o desideri. Serbo un ricordo in particolare, il giorno in cui mi caricarono in auto e mi dissero <<ti portiamo a vedere le luci di Natale>>, io mi sentivo la bambina più felice del mondo. Andai da bambina proprio nella città dove lunedì ho portato i miei bambini.
Lungo la via del centro, dove ci sono i portici, Principessa ha iniziato a correre poco più avanti di me, e Principe subito l’ha seguita e imitata: correvano, facevano lo slalom tra le colonne dei portici, sono caduti e io ho proseguito lasciando che si arrangiassero; finché hanno iniziato a correre in maniera incontrollata e non rispondevano più al mio <<stop!>>, segnale che uso quando corrono troppo avanti, lontano da me, e loro si devono fermare. Per questo motivo ho ripreso entrambi, dicendo di non correre più, Principe l’ho preso per mano, e Principessa mi ha fatto una richiesta.
<<Mamma, posso saltellare?>>
<<Certo, amore mio.>> le ho risposto. Avevo un sorriso sulle labbra, e la consapevolezza dentro di me che sì, mia figlia è felice. Saltellava come quel bimbo.
Per Voi qual è il metro della felicità? Come si misura?
Lucia Malanotteno ha detto:
Che bello questo ricordo!Io non so come si misura la felicità. Spero che mio figlio sia sereno e almeno ogni tanto felice!
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Francesca ha detto:
Grazie Lucia! Nemmeno io lo so, ma questo mi era sembrato un buon metro per giudicare 😉
Sicuramente lo è, tutti e due lo sono.
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Silvia Fanio ha detto:
Un momento di pura felicità?
Polpetta, quando torna da scuola, mi abbraccia e mi dice: sei tutta mia.
Le manine stringono i miei abiti, respiro il suo profumo mentre si scioglie dall’abbraccio e corre a coccolare il fratellino.
Lo sommerge di baci e gli dice: ti voglio bene! Sei di tutti noi, sei mio. E mentre Polpetta saltella e ridono entrambi…
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Francesca ha detto:
Ma che dolce!! 🙂
Mi sembra un buon metro per giudicare se sia felice o meno.. E sicuramente lo è 🙂
Che bei momenti…
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mammagisella ha detto:
Mi è venuto in mente il testo di una canzone… fa più o meno cosi…. sai che c è una macchina che misura le emozioni dei bambini la domenica o quando di notte arriva la neve…
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Francesca ha detto:
Che belle parole Gisella.. La canzone però non la consoco 🙂
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mammagisella ha detto:
È una canzone di Samuele Bersani.la frase è magica. Anche se lui parla, in realtà, della fine di una storia
Certa su YouTube. …
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Francesca ha detto:
Grazie, lo farò 🙂
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Sempre Mamma ha detto:
Anch’io mi faccio spesso questa domanda, poi quando lo vedo tornare da scuola, e prima di vederlo lo sento cantare, il mio cuore si rasserena un po’
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Francesca ha detto:
Anche il sentirli cantare lo ritengo un sintomo di felicità.. Rassenerati, allora, ché il tuo bimbo è felice 😉
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esseremammaoggi ha detto:
Io la felicità di mio figlio la vedo nei suoi occhi. I suoi occhi ridono quasi sempre e non sono l’unica a dirlo. Quindi spero che i suoi occhi non cambino mai 🙂
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Francesca ha detto:
Bellissimo! Gli occhi sono lo specchio dell’anima, non si dice così? Ti auguro restino sempre così 🙂
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diventeromamma ha detto:
Son certa che con una mamma come te entrambi siano felicissimi!!!
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Francesca ha detto:
😚che dolce! Grazie mille…
Spero sia davvero così.
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